Mongol Rally ECO?, la sfida dell’Italian Team!

02/12/2015 - Nicola Ventura

    Il Mongol Rally è un Rally non competitivo a scopo di beneficenza. I punti di partenza sono distribuiti in alcune nazioni Europee mentre il traguardo è ad Ulan Bator in Mongolia. La beneficenza viene messa in pratica con un’asta di tutti veicoli partecipanti alla gara una volta arrivati in Mongolia ed il ricavato destinato ad opere di beneficenza.
     
    Abbiamo incontrato Matteo Daini e Vincenzo di Bella che stanno dando vita ad un Team tutto italiano per partecipare all’edizione 2016 con un veicolo ecologico e ve li presentiamo in questa intervista doppia.
     
    Cosa rappresenta l’EcoRally Worldwide Italian Team per te?

    Matteo: “Ecorally Worldwide Italian Team ha obiettivi chiari di sensibilizzazione e promozione delle energie alternative. Una grande avventura e non solo. Un eccitante terreno di prova di nuove idee e di interessanti esperimenti. Lo vedo come un fisiologico sviluppo perfettamente integrato nel mio lavoro e nelle mie scelte di vita. Siamo un gruppo eterogeneo perché eterogeneo è il progetto. Mi sento parte del Team da sempre per natura.”

    Vincenzo: “Questa nuova iniziativa rappresenta il naturale proseguimento della mia carriera di pilota regolarista. Dopo 10 anni ininterrotti di attività nel campionato del mondo Energie Alternative, con RaceBioConcept Team, è giunto il momento di provare una nuova avventura. Diversa dalle precedenti ma che riesca a dare continuità alla mia passione per le competizioni automobilistiche. L’ecorally Worldwide Italian Team è una esperienza nuova su percorso che ci vedrà impegnati per quasi un mese. Ci porterà dalla parte opposta del globo, ma con un format del tutto innovativo. Insomma qualcosa mai tentato finora.”

    Quale sarà il tuo ruolo nell’impresa?

    Vincenzo:In qualità di prima guida sarò lo stratega dell’equipaggio. La mia esperienza di regolarista mi sarà utile per pianificare i percorsi migliori, le distanze da percorrere ogni giorno e quali tempi rispettare, il bilanciamento della macchina per garantirne l’affidabilità e la gestione di tutti gli strumenti imbarcati a bordo. La competizione che affronteremo sarà molto dura, diversa da qualsiasi cosa mai provata finora quindi la pianificazione dei percorsi e l’attenzione alla guida saranno fondamentali. Non da meno mi aspetta un periodo di allenamento in vista di un mese di guida giornaliera con tappe che potranno durare anche 8 o 9 ore al giorno.”

    Matteo: ”Sono un inventore, un creativo e mi occupo di innovazione da molti anni. Dopo gli studi in Fisica ho depositato alcuni brevetti e ho fondato un’azienda, la MinD O, che si occupa di creare idee e start up. Risolvo problemi insomma. Rappresento l’aspetto scientifico ed innovativo del progetto. Non sono un pilota professionista, ma sono un esperto viaggiatore. Sono un marinaio d’altura, atleta presso l’ Anemos a.s.d. di Roma in regate internazionali. Sono abituato alla competizione, alle difficoltà, agli imprevisti e alle lunghe distanze. Il deserto è pur sempre un mare.”

    Perchè state lanciando questa sfida al mondo del Rally ?

    Matteo: ”Quando proposi il mio progetto a Mario, RaceBioConcept Team Leader, e a Vincenzo, furono subito entusiasti. Gli parlai di un’ invasione di campo. Quale miglior modo per promuovere l’eco sostenibilità nella mobilità, e quale modo migliore per dimostrare l’affidabilità dell’energia alternativa, se non uscire dai soliti circuiti autoreferenziali e andare in competizione diretta con le macchine tradizionali. Cercavo dei visionari come me per partecipare ad una gara impegnativa e senza esclusione di colpi, su un percorso tra i più duri disponibili. Volevo dare un’ impostazione scientifica al progetto e gestirlo come un vero esperimento: il riscontro dei valori di scarico durante il tragitto era essenziale. Essendosi loro già impegnati in progetti per il controllo e monitoraggio delle emissioni su pista, quindi, fummo subito in perfetto allineamento. Erano loro i visionari che cercavo. Ci sentimmo da subito vicini negli intenti ed era inevitabile, come è poi successo, che tutto questo diventasse possibile.”

    Vincenzo: “Affrontare una gara con una vettura a energia alternativa e con il controllo delle emissioni a bordo rappresenterà una prima mondiale importante perché potrebbe finalmente dimostrare, dati oggettivi alla mano, che si può partecipare a un raid molto impegnativo anche in queste condizioni. Già in molti hanno partecipato a questa competizione ma mai nessuno si è spinto così avanti dal punto di vista tecnico”

    Perchè iniziare proprio dal Mongol Rally?

    Vincenzo: “Il Mongol Rally da alcuni anni ha assunto un ruolo importante nel mondo dell’automobilismo amatoriale: è diventato sempre più un avvenimento internazionale importante molto duro per piloti e autovetture. Un test importante e una sfida difficile.”

    Matteo: ”E’ la gara perfetta, divertente, una vera sfida di sopravvivenza. Un rally di beneficenza con macchine di qualsiasi provenienza senza regole; niente supporto e niente assistenza sul percorso. Un viaggio in terre selvagge in una competizione tra le più selvagge al mondo che da Londra porta a Ulan Bator. Una macchina usata resa ecologica e lanciata su distanze che coprono un terzo della circonferenza terrestre in paesi incredibili e panorami mozzafiato; è la cornice perfetta per portare a termine questo primo obiettivo.”

    Quali sono i prossimi obiettivi dell’Italian Team?

    Matteo: “Il progetto non può finire qui. Continueremo a sostenere le energie alternative e le loro capacità con questo format tutto nostro di unire il rigore scientifico dei risultati con una forte carica ludica e di divertimento. Ho già nuove idee da presentare.”

    Vincenzo: ”Arrivare in Mongolia è sicuramente il primo obiettivo del nostro team. Sarebbe molto bello partecipare anche a qualche altra gara del campionato internazionale energie alternative. Io preferisco un passo alla volta, ma sicuramente l’avventura non finisce qui.”
     
    Ecomotori.net sarà media partner ufficlale e seguirà tutte le fasi dalla preparazione fino all’arrivo in Mongolia.