Fao: per biocombustibili meno sussidi e più ricerca

11/10/2008 - Nicola Ventura

    “I biocombustibili presentano opportunità ma anche rischi, l’esito dipende dal contesto specifico del Paese e dalle politiche adottate” ha affermato Jacques Diouf, direttore generale della Fao nel corso della presentazione del rapporto annuale dell’Organizzazione, oggi a Roma. “Lo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura (Sofa)”, nella sua edizione 2008, punta l’attenzione sulla produzione dei biofuel a partire da prodotti agricoli che sta ponendo una pressione al rialzo dei prezzi alimentari, nonostante oggi copra circa il 2% del consumo mondiale di carburanti per il trasporto.

    “Un maggiore uso, e dunque una maggiore produzione di biocarburanti – si legge nel testo – non necessariamente contribuirà a ridurre le emissioni di gas serra così come era sembrato in un primo momento”. E “se alcuni prodotti di base destinati alla produzione di biocombustibili, come lo zucchero, possono far diminuire sensibilmente le emissioni, questo non accade per molti altri”, ha fatto notare il direttore generale dell’organizzazione Jacques Diouf.

    Occorrerebbe secondo la Fao orientare gli investimenti maggiormente nella direzione della ricerca, specialmente verso lo sviluppo delle tecnologie di seconda generazione e mettere a punto criteri di sostenibilità basati su norme stabilite a livello internazionale, che garantiscano un aumento dell’efficienza energetica, riducendone contemporaneamente l’impatto ambientale. “Le politiche attuali – ha spiegato Diouf – tendono a favorire i produttori di alcuni Stati sviluppati rispetto a quelli della maggior parte dei Paesi in via di sviluppo”.

    La sfida che ci si pone innanzi è dunque “riuscire a ridurre, o a gestire, i rischi e condividere invece in modo più ampio le opportunità”. E “le opportunità per i Paesi poveri potrebbero aumentare se venissero aboliti i sussidi attualmente dati all’agricoltura e alla produzione di biofuel, e le barriere commerciali, che creano un mercato artificiale e al momento servono solo a favorire i produttori dei Paesi Ocse a spese di quelli del sud”.

    Fonte: http://www.rinnovabili.it