Piemonte: cresce la rete metano e gpl ma adesso si punta al biometano
04/12/2010 - Nicola Ventura
In deciso aumento i distributori che erogano metano, passati dai 48 del 2009 agli attuali 64 (in realtà 52 ndr) , il numero più elevato di impianti di rifornimento in Italia dopo Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Toscana e Marche, risultato di una crescita
esponenziale che in 8 anni li ha visti quintuplicare dai 12 iniziali. Salgono inoltre a 241 (in realtà 207 ndr), il 12% del totale (dal 10% dello scorso anno), i punti di rifornimento di gpl, con la provincia di Torino che registra la più alta percentuale di vendita di questo tipo di carburante. Prosegue la flessione della benzina, ormai al di sotto del 40% dell’erogato annuo (37,82%), contro il 57,30% del gasolio e il 4,88% del gpl.
Sono alcuni dei dati contenuti nell’edizione 2010 de Il Punto sulla rete distributiva dei carburanti in Piemonte, pubblicazione illustrata e commentata il 2 dicembre a Torino nel corso di quello che ormai è un appuntamento tradizionale fra gli operatori nazionali del settore per valutare i trend del mercato dei prodotti petroliferi, al quale ha presenziato l’assessore regionale al Commercio, William Casoni.
I numeri esprimono dunque tendenze ben precise, giustificate anche dalla significativa differenza dei prezzi al consumo tra i diversi tipi di combustibile, gravati all’origine da imposte in percentuali molto diverse: il 58% per la benzina, il 51% per il gasolio e il 36% per il gpl. Un orientamento però che rappresenta anche il risultato delle politiche energetiche del Piemonte, negli ultimi anni deciso a investire molto sulla diffusione del carburante pulito nel trasporto pubblico e in quello privato, innanzitutto attraverso il potenziamento della rete di distribuzione ma anche con l’attuazione di una serie di politiche volte a incentivare i cittadini all’acquisto di autoveicoli alimentati a metano (come l’esenzione totale del pagamento della tassa di circolazione per questo tipo di veicoli).
Nei piani per il futuro della Regione emerge la volontà di promuovere con sempre maggiore vigore l’intera filiera del biometano, che potrebbe cambiare radicalmente sia l’impostazione delle aziende agricole subalpine, sia la distribuzione e l’uso di carburanti per autotrazione (con una notevole riduzione dell’inquinante particolato PM10). A questo scopo è stato recentemente promosso dalla direzione Commercio uno studio di fattibilità per analizzare tutte le potenzialità e le eventuali criticità di quella che potrebbe essere una nuova e importantissima fase per il Piemonte.
“Con il 2010 la Regione – ha affermato Casoni – ha dato il via ad un percorso estremamente importante, che integra e completa quanto già intrapreso negli anni passati nella direzione di una sempre maggiore attenzione verso i carburanti ecocompatibili. Al costante e notevole incremento degli impianti di distribuzione del metano, che ci vede ai primi posti in una classifica ideale fra le regioni italiane all’avanguardia su questo fronte, abbiamo infatti avviato una fase di analisi approfondita di opportunità e criticità legate alla produzione e distribuzione del biometano, che non produce PM10 e rappresenta quindi la migliore soluzione oggi disponibile per affrontare il problema della qualità dell’aria nelle nostre città. Non solo. Il biometano risponde anche a quella che oggi è considerata una questione grave per gli allevamenti zootecnici, e cioè il problema dei nitrati e dei liquami che da rifiuti di complesso smaltimento potrebbero divenire un’importante risorsa economica per le nostre aziende. Si tratta dunque di una questione ai primi posti nell’agenda regionale che potrebbe rendere di fatto il Piemonte regione capofila sul tema”.