Ecoincentivi, dal Gpl all’assurdo dell’idrogeno

16/02/2009 - Nicola Ventura

    Spesso ci si irrita o ci si indigna o si resta perplessi nel leggere i provvedimenti che i nostri politici, avvicendandosi ai posti di comando, assumono nel corso del tempo. L’ultimo caso si riferisce al piano di ecoincentivi varato dal Governo a sostegno dell’auto.

    Qui siamo nella campo della perplessità e non ci riferiamo alla maggiore o minore incisività delle misure assunte (l’importante è che, comunque, si sia finalmente partiti), ma a due aspetti a dir poco singolari. L’inserimento delle vetture a idrogeno nel «pacchetto ecologico» e la disparità di trattamento riservata ai modelli a Gpl (Gas di Petrolio Liquefatto) e a Metano.

    Dunque, come si sa, il provvedimento, in sintesi, riserva 1.500 euro a chi acquista un’auto nuova rottamandone una vecchia di almeno 10 anni, aggiungendone 1.500 se l’auto nuova è a Metano, Gpl, elettrica o a idrogeno. Per quanto riguarda queste ultime, un ulteriore bonus di 2.000 euro è previsto se le emissioni sono ridotte al minimo (meno di 120 gr/km di Co2). Ma, ecco il punto, da questo ulteriore beneficio sono esclusi i veicoli a Gpl.

    E’ la prima volta che Metano e Gpl, da sempre considerati appartenenti alla famiglia dei carburanti a basso impatto ambientale, vengono differenziati. E il fatto ha suscitato le proteste delle associazioni di categoria. Perchè una Panda a Gpl che emette 116 gr/km di Co2 non gode del bonus aggiuntivo e la stessa Panda a Metano (114 gr/km) ne può usufruire? I conti sono presto fatti: in totale, la prima può arrivare a 3.000 euro (più 500 della scorsa finanziaria) di contributo, la seconda a 5.000. C’è il sospetto che la disparità non sia legata all’aspetto ambientale, ma a timori (ingiustificati secondo gli esperti) sull’approvigionamento energetico.

    Peccato che la rete di distribuzione del Metano sia assai meno capillare di quella Gpl: ad esempio, in Sardegna non esiste alcun distributore. Così, chi comprerà un’auto a Metano per usufruire dei 5.000 euro finirà per viaggiare soltanto a benzina.

    L’altra perplessità riguarda l’inserimento nel pacchetto delle vetture a idrogeno e la mancanza di quelle ibride. Cosa vuol dire? Che le ibride sono considerate a tutti gli effetti elettriche? Quanto all’idrogeno, c’è da sorridere. Non esistono in listino modelli di tale tipo ed è certo che in Italia non ne verranno posti in commercio entro il 31 dicembre, quando il piano scadrà. Per ora, esistono concept e flotte sperimentali con veicoli dati in uso con la formula del leasing (il costo è altissimo) a una clientela selezionata. E’ il caso della Bmw Serie 7 o della Honda Fcx Clarity (per Usa e Giappone).

    Un inserimento, quindi, un po’ balzano. Ci ricorda un proclama del presidente della Regione Lombardia. Formigoni nel 2005 annunciò che in tempi rapidissimi nel territorio lombardo avrebbero potuto circolare solo veicoli a idrogeno. L’ignoranza dei politici sul piano tecnico raggiunge l’assurdità.
    Fonte: http://www.lastampa.it