ACI: paradossale il blocco del traffico dopo lo stop agli incentivi
20/02/2010 - Nicola Ventura
In una nota ufficiale diffusa oggi in seguito alla decisione di numerosi comuni del nord di bloccare il traffico nella giornata di Domenica 28 Febbraio il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi ha detto che è “paradossale che i Comuni
tornino a parlare di stop e divieti subito dopo la mancata proroga degli incentivi”
“I blocchi domenicali del traffico in nome della salvaguardia ambientale sono palliativi inutili e demagogici, bocciati da 7 cittadini su 10”.
“Sappiamo tutti, sulla base dei dati scientifici anche del Ministero dell’Ambiente, quanto sia marginale l’incidenza delle emissioni degli autoveicoli sui livelli di smog – ha continuato il presidente dell’ACI – ma l’auto è il bersaglio più facile per le amministrazioni locali chiamate a far qualcosa contro l’inquinamento. La vecchia ed estemporanea politica dei divieti non è utile e non supera l’emergenza. Compromette solo il diritto dei cittadini alla mobilità nel giorno dedicato alla cura delle relazioni familiari e di amicizia, degli hobbies, allo svago e alla libertà di muoversi fuori dalle costrizioni della settimana lavorativa”.
“Ben altro si sarebbe dovuto – ha aggiunto Gelpi – e si dovrebbe fare. Oltre ad intervenire sulle principali fonti di inquinamento, è necessario rafforzare il trasporto pubblico locale, garantire una più efficiente accessibilità ai grandi centri urbani, potenziando il trasporto su ferro, ponendo maggiore attenzione all’impatto sulla mobilità dei nuovi insediamenti residenziali e commerciali e delle operazioni di recupero delle aree dismesse”.
Il presidente dell’ACI definisce inoltre “singolare l’ipotesi formulata dal tavolo dei Sindaci riunito oggi a Milano di una sovrattassa autostradale per i mezzi più inquinanti. Deve esserne ben approfondito il rapporto costi-benefici e, soprattutto, deve essere certo che i ricavi vengano effettivamente e documentatamente reinvestiti nel sistema del trasporto, anche con la realizzazione di infrastrutture. Il rischio, visto le esperienze passate, è che l’eventuale pedaggio finisca nel calderone generale e diventi l’ennesimo balzello per gli italiani che già pagano 168 miliardi di euro ogni anno per l’utilizzo della propria automobile”.
“Nel 2009 – ha aggiunto Gelpi – sono state vendute con incentivi oltre 956.000 vetture in sostituzione di veicoli più inquinanti rottamati, e 102.000 italiani hanno beneficiato di facilitazioni economiche per l’acquisto di auto a basso impatto ambientale alimentate a gpl e metano. E’ quindi paradossale che, proprio quando è stata annunciata la mancata proroga degli incentivi che hanno ben funzionato e consentito di accelerare il processo di rinnovo del parco veicolare italiano che rischia così di continuare ad essere uno dei più vetusti d’Europa, i Comuni tornino a parlare di divieti e di pedaggi legati alle emissioni delle auto, aumentando così il gap tra chi si può permettere un’auto nuova, e quindi avere più facilità di muoversi, e chi no”.