Emilia Romagna ed Enel siglano un patto per la Mobilità Elettrica
09/12/2010 - Nicola Ventura
Un “patto”, il primo in Italia, tra Enel e una Regione – l’Emilia-Romagna – per lo sviluppo della mobilità elettrica. Una scelta per rendere le città più vivibili, sostenibili e meno inquinate. Il protocollo siglato al Motor Show prevede nello specifico tre progetti
pilota, basati sullo sviluppo di un’infrastruttura innovativa per la ricarica dei veicoli elettrici, pubblici e privati, per il trasporto di persone e merci. Erano presenti alla firma l’assessore alla Mobilità e Trasporti della Regione Alfredo Peri, il presidente di Enel Piero Gnudi, Livio Vido (Enel Ingegneria e Innovazione Spa), Livio Gallo (Enel Distribuzione Spa), il commissario straordinario del Comune di Bologna Annamaria Cancellieri, il sindaco di Reggio Emillia Graziano Delrio, gli assessori alla Mobilità del Comune di Reggio Emilia Paolo Gandolfi e di Rimini Juri Magrini.
L’assessore Peri ha espresso grande soddisfazione l’accordo con Enel “perché in questo modo siamo nella parte concreta e operativa dell’innovazione. Questo protocollo inoltre ha una dimensione regionale: portiamo quindi tutto il sistema dell’Emilia-Romagna in una scommessa che comincerà a vedere i primi frutti operativi dall’anno prossimo. Coinvolgiamo le città, e quindi l’accordo si inserisce nell’organizzazione della mobilità urbana. Vogliamo prepararci – ha aggiunto l’assessore – ad avere una struttura a rete regionale, che sia in grado anche di far percepire ai cittadini che c’è in atto una rivoluzione nel campo delle motorizzazioni, e che noi stiamo già attrezzandoci per coglierla sin dall’inizio, come protagonisti attivi. A livello di mobilità – ha concluso Peri – programmiamo quindi i prossimi dieci anni con il massimo dell’innovazione, tecnologica e organizzativa”.
“Oggi – ha commentato il presidente di Enel Gnudi – , insieme alla Regione Emilia-Romagna, i Comuni di Bologna, Rimini e Reggio Emilia, abbiamo siglato una nuova, importante intesa che arricchisce l’impegno di Enel per la mobilità elettrica, uno dei numerosi fronti che ci vedono impegnati nello sviluppo di nuove tecnologie a favore dell’ambiente. L’eccellenza tecnologica di Enel nei sistemi intelligenti di gestione della rete elettrica ci consente di sviluppare e di mettere a disposizione dei clienti un sistema di infrastrutture di ricarica innovative, che siamo certi avrà un ruolo fondamentale per la diffusione della mobilità elettrica. Come Enel, mi auguro di poter presto assistere, in Emilia-Romagna come in Italia, a un’ampia diffusione di veicoli elettrici dando così avvio alla rivoluzione della mobilità pulita e silenziosa”. Tre i Comuni coinvolti: Bologna, come capoluogo di regione, caratterizzato da un sistema di mobilità complesso e articolato, che può diventare un valido terreno di sperimentazione per la mobilità elettrica e la rete di ricarica, in particolare per spostamenti di area metropolitana; Reggio Emilia, che rappresenta un’eccellenza nella mobilità elettrica (in città e provincia è già attiva una vasta “flotta” di alcune centinaia di auto elettriche grazie al supporto di Til srl) e può garantire una base di esperienza e una disponibilità di mezzi per nuove sperimentazioni.
Infine Rimini, dove avviare una sperimentazione di mobilità elettrica riferita al target turistico. Enel installerà complessivamente una sessantina di infrastrutture (che rappresentano una parte del sistema) per ricaricare i veicoli elettrici, suddivise fra i tre Comuni. La rete di ricarica verrà definita con un lavoro congiunto di pianificazione che tenga conto delle esigenze degli utilizzatori, dei flussi di traffico cittadino, dei regolamenti in vigore per la mobilità, delle specificità dei trasporti pubblici e delle caratteristiche urbane della città coinvolte nel progetto. I tre progetti pilota verranno quindi sviluppati con un programma congiunto che prevede l’individuazione dei contenuti della sperimentazione, la redazione di un piano di mobilità elettrica per ogni città e la definizione dei relativi investimenti nelle infrastrutture di ricarica, un piano di implementazione che includa lo sviluppo reti, il piano di introduzione delle auto/flotte, la selezione dei clienti per la sperimentazione e il customer management; infine, l’impostazione del monitoraggio dei risultati, che permetterà poi di preparare il piano di estensione del programma complessivo. La sperimentazione è aperta agli altri servizi sul territorio; il protocollo infatti prevede una possibile integrazione con soluzioni tecnologiche per il riconoscimento e l’autenticazione con diversi metodi di pagamento e con sistemi di infomobilità e di gestione della sosta. I veicoli elettrici utilizzati per le sperimentazioni nelle tre città saranno alimentati almeno per il 50% con energia certificata RECS, un sistema di certificazione internazionale per lo sviluppo delle fonti rinnovabili come acqua, sole, vento e calore della terra. Enel assisterà inoltre la Regione e i Comuni nei rapporti con le case automobilistiche più impegnate nei progetti di mobilità elettrica, con cui ha già sviluppato o si vorranno sviluppare accordi di cooperazione e progetti pilota. Secondo quanto previsto dal protocollo, la Regione e i Comuni coinvolti s’impegnano a studiare ed eventualmente sviluppare e integrare all’interno del programma altre iniziative di mobilità elettrica, anche attraverso collaborazioni e intese con aziende, enti, associazioni di categoria, Università e centri di ricerca. Punto qualificante del protocollo, l’individuazione e la proposta di misure di ordine regolatorio, normativo e amministrativo che incentivino e semplifichino l’uso della mobilità elettrica, anche presso gli organi nazionali competenti: il ministero dell’Ambiente, il ministero dello Sviluppo Economico e l’Autorità per l’energia elettrica e il gas.
“Mi Muovo elettrico” e l’impegno della Regione
Per collocazione naturale – nel mezzo del bacino padano – l’Emilia-Romagna deve fare i conti con un alto tasso d’inquinamento atmosferico. Per questo, tra gli obiettivi prioritari della Regione, c’è il risanamento e la tutela della qualità dell’aria. A ottobre 2010 la Regione ha sottoscritto, con le 9 Province e i Comuni superiori ai 50.000 abitanti, il nono Accordo di programma 2010-2012 per la Qualità dell’aria che, in continuità con i precedenti, favorisce lo sviluppo e la diffusione dell’uso di veicoli ecosostenibili, e per la prima volta apre la strada all’infrastrutturazione elettrica. Inoltre i documenti preparatori del nuovo Piano integrato dei trasporti della Regione Emilia-Romagna (Prit 2010-2020) individuano lo sviluppo della mobilità elettrica (a due e quattro ruote) attraverso la dotazione sul territorio di reti di ricarica, insieme all’incentivazione e facilitazione della circolazione e sosta di mezzi elettrici: è il programma “Mi Muovo elettrico”.
Enel
Enel ha avviato un ampio programma di ricerca e di investimenti per supportare l’affermazione e la crescita nel medio termine della mobilità elettrica, quale opportunità significativa per lo sviluppo sostenibile nel settore dei trasporti. Nell’ambito di questo programma, il gruppo Enel ha avviato progetti specifici e collaborazioni per la sperimentazione di tecnologie e sistemi innovativi di mobilità basati sull’auto elettrica, tra cui l’iniziativa pilota denominata E-Mobility Italy, in accordo con Daimler-Mercedes, che già coinvolge le città di Roma, Pisa e Milano. Le infrastrutture di ricarica Enel, oltre a garantire l’alimentazione dei veicoli di nuova generazione, consentono la ricarica anche del parco di veicoli già circolante: a questo proposito Enel assicura l’applicazione delle norme tecniche vigenti (norma CEI 69-6) per garantire la massima fruibilità del sistema da parte di tutti i potenziali.
Veicoli elettrici: struttura, autonomia, caratteristiche
Secondo diversi studi fatti a livello europeo, gli spostamenti quotidiani medi non superano i 30-40 chilometri sommando tutte le tipologie di mezzi di trasporto, mentre per le distanze fatte in macchina si parla di circa 27 chilometri (fonte, Agenzia europea dell’ambiente); l’auto elettrica, quindi, anche con “soli” 100 chilometri di autonomia, potrebbe essere una valida alternativa in ambito urbano. Se si considerano i modelli attualmente in commercio (con batterie al piombo, cadmio o nichel) si raggiungono tranquillamente i cento chilometri di autonomia, a scapito però di un elevato peso delle batterie (alcune centinaia di kg), mentre nelle ultime versioni, con batterie agli ioni di litio, vengono garantite percorrenze maggiori per un peso ridotto del pacco di alimentazione.
Per quanto riguarda le caratteristiche dei motori, mentre l’efficienza energetica di quelli termici oscilla tra il 15-20% (il restante 80% viene perso in calore e attrito), l’efficienza degli elettrici può arrivare fino al 90%. Considerando l’auto elettrica nel suo complesso, e non solo il motore, si può parlare di rendimenti del 60-80%; le perdite sono legate principalmente alle perdite di carica e alla auto-scarica delle batterie. I tempi di ricarica standard per ora oscillano tra le 6-8 ore; sono però in fase di studio sistemi di ricarica rapida e nuove tipologie di batterie che dovrebbero accorciare progressivamente i tempi di ricarica.
Per quanto riguarda le emissioni, le auto elettriche sono praticamente prive di emissioni in loco, se si escludono le polveri sottili legate all’abrasione (dei pneumatici, dei freni, dell’asfalto), e le emissioni legate alla produzione di energia elettrica sono molto ridotte se paragonate a quelle dei motori a combustione interna. Per esempio l’emissione di CO2 legata alla produzione di energia elettrica, rispetto al parco centrali attualmente in funzione, permette già una riduzione di oltre il 50%.
In Europa è prevista una diffusione di veicoli ibridi ed elettrici (tra il 2015-2020) in una “forchetta” che va dalle 480.000 ai 3,5 milioni di unità immesse annualmente sul mercato, anche se le stime sono in continuo aggiornamento. Se le politiche di incentivo all’uso di auto a basso impatto ambientale verranno confermate, si può ipotizzare che nei prossimi 10 anni le auto elettriche potrebbero raggiungere una quota del 10% del mercato (fonte, European Topic Center dell’Agenzia europea dell’ambiente). Va considerato che questa diffusione probabilmente non avverrà in modo uniforme sul territorio regionale, ma che si concentrerà nelle grandi aree urbane, dove il rapporto benefici/costi è maggiore.