Emilia Romagna: Tutto pronto per avviare l’estrazione dal nuovo giacimento di Metano
20/12/2008 - Nicola Ventura
Castel San Pietro – Lungo la zona del Sillaro, in località Crocetta vicino a Medicina, c’è un grande giacimento di gas metano. A scoprirlo furono gli uomini dell’ENI fra il 1955 e il 1982, quando durante studi geologici approfonditi scavarono sette pozzi di esplorazione in aperta campagna e trovarono gas che aspettava da ere lontane.
Oggi due di quei pozzi, risultati in seguito produttivi, li controlla la Po Valley Energy, una società australiana che opera nel settore degli idrocarburi e che si avvale, sul nostro territorio, della consulenza e della operatività di due consociate, Northsun Italia e Po Valley Operations. “Si tratta di gas metano allo stato quasi puro, senza acqua, che necessita quindi di poche lavorazioni per poter essere immesso nella rete – ci ha raccontato Pierluigi Vecchia, program manager di Northsun Italia -.
Abbiamo ottenuto in questi giorni la concessione ministeriale, valida per i prossimi vent’anni, per poter cominciare l’estrazione e la produzione di questo materiale. La Pianura Padana, così come l’area adriatica, sono le zone “principe” della nostra penisola nell’ambito della produzione del gas metano. Il giacimento del Sillaro diventa così la nostra seconda centrale, dopo quella di Cascina Castello, a poter entrare in produzione e abbiamo tutto pronto per cominciare a lavorare già nelle prime settimane del 2009.
Per noi è dunque la fine di un lungo lavoro fatto di progetti, licenze per effettuare studi non invasivi e di esplorazioni attraverso scavi che ci permettessero di verificare la qualità del gas. Lo sfruttamento delle due centrali però è soprattutto l’inizio di un nuovo capitolo. La nostra società si allarga, e da “esploratrice” diventa anche “produttrice”. Il nostro obiettivo però rimane l’estrazione degli idrocarburi, che saranno poi venduti a società terze che si occuperanno della distribuzione”. La concessione di sfruttamento del giacimento del Sillaro segue di un paio di settimane quella di Cascina Castello, che sorge vicino a Milano. “Quella che abbiamo ottenuto il 10 novembre, per Cascina Castello – prosegue Vecchia – è stata la prima concessione di questo tipo emessa dal ministero da dieci anni a questa parte nella zona terrestre d’Italia ed è la prima che non appartiene all’Eni-Agip nella Pianura Padana”. Queste due concessioni ministeriali novembrine però non nascondono il fatto che i tempi della burocrazia siano stati piuttosto biblici. Dieci anni per ottenere il permesso di sfruttare giacimenti ricchi di gas sono molti, considerando anche le varie verifiche sulla sicurezza di chi poi nelle centrali estrattive lavorerà e la qualità dei materiali usati nelle operazioni. Viene da chiedersi, quindi, quale sia il motivo per il quale una società proveniente dall’altra parte del mondo abbia deciso di installare proprio nelle nostre zone le centrali di produzione. “Le motivazioni sono di tipo geologico, economico e affettivo – continua Pierluigi Vecchia -.
Dal punto di vista geologico la storia del nostro territorio è favorevole alla formazione di idrocarburi. Ovviamente non possiamo confrontarci con i paesi che ne sono i maggiori produttori, ma fino al recente passato abbiamo avuto un certo peso fra gli stati produttori e non esportatori. Inoltre rispetto alla media europea, il prezzo del gas in Italia è alto, i costi di trasporto sono relativamente trascurabili e i costi in generale inferiori rispetto a quelli australiani. Dal punto di vista affettivo, infine, buona parte dei nostri principali investitori hanno, o hanno avuto in qualche modo, a che fare con l’Italia che considerano un paese intrigante. Il direttore generale della società è australiano ma vive ormai da anni qui in Italia. Periodicamente vengono anche i membri del consiglio d’amministrazione della società e persone in qualche modo coinvolte con la nostra società, investitori e tecnici. Ogni volta trovano una grande accoglienza e ospitalità. Qui hanno trovato, inoltre, un’ottima organizzazione ed una grande professionalità che è un fattore da non trascurare. Pur essendo una società australiana la maggior parte dei tecnici e amministrativi, a tutti i livelli professionali, è italiana”.
La Po Valley Energy opera sul nostro territorio da circa 10 anni e dando un’occhiata al loro sito sembra che abbiano l’intenzione di espandere parecchio la propria esperienza italiana, valutando nuovi giacimenti e sfruttando così un sistema energetico importante come quello del gas metano che, pur non potendosi sostituire a quello del petrolio, è certamente di grande utilità. “Il nostro obiettivo, che è anche una sfida, – ha concluso Pierluigi Vecchia – è quello di fare esplorazione di idrocarburi liquidi e gassosi, quindi petrolio e metano, in un “sistema geologico” come quello italiano che è già stato ampiamente esplorato.
Non tutti sanno che il processo per arrivare ad estrarre gas è estremamente lungo, costoso e non privo di rischi. In aggiunta al classico rischio industriale legato a qualunque attività imprenditoriale, la nostra ne contempla un altro di tipo esplorativo. In sostanza non è sufficiente individuare un oggetto promettente nel sottosuolo perché la scoperta può tradursi in un giacimento solo se viene perforato un pozzo in corrispondenza e i numeri parlano chiaro. Oggi solo un pozzo su sette-otto perforati risulta positivo, e gli investimenti “a perdere” sono quindi notevolissimi. Riteniamo comunque che esistano ancora margini di miglioramento, e il risultato raggiunto in questi giorni è un risultato importante”.
Fonte: http://www.sabatoseraonline.it