Il Gpl discriminato dal decreto salva auto
08/02/2009 - Nicola Ventura
Il decreto salva auto prevede nuovi incentivi anche per le auto a gas. Per l’acquisto di auto nuove rimangono confermati gli incentivi per il Gpl: un’auto a Gpl gode di un contributo di 1.500 euro, ai quali si possono aggiungere i 1.500 euro
previsti per la rottamazione e i 500 euro della scorsa finanziaria.
Per la trasformazione, aumentati gli importi unitari degli incentivi destinati a chi converte a Gpl o a metano il proprio autoveicolo: il contributo per il Gpl passa da 350 a 500 euro e per il metano da 500 a 650 euro (per il maggior costo dell’impianto). Pare che i nuovi importi potranno essere applicati solo con data fattura e data collaudo uguale o posteriore alla pubblicazione del Decreto, che potrebbe avvenire anche durante il fine settimana.
«Si è introdotto però – osserva Assogasliquidi, Associazione Nazionale imprese gas petrolio liquefatti) – un nuovo concetto: la differenziazione tra Gpl e metano, cioè una separazione legale in quella che è stata sempre considerata la famiglia dei carburanti a basso impatto. Un identico veicolo a metano ottiene una agevolazione ulteriore a quelle citate di ben 1.500 euro se emette meno di 120gr/km di CO2, e questo vale anche per i veicoli elettrici e a idrogeno.
«Capiamo per l’elettrico e l’idrogeno, per i quali, tra l’altro, non c’era neanche bisogno di fissare un limite alla CO2, in quanto ad emissioni zero, ma perché al metano sì e al Gpl no? Perché una Panda a Gpl che emette 116gr/km di CO2 non ne gode e una stessa a metano che emette 114gr/km ne gode? Sarà allora per una questione legata non all’ambiente, ma alla sicurezza energetica.
«Ci siamo dimenticati forse che fino a ieri temevamo che non arrivasse più metano per le nostre case e per le nostre industrie, per non parlare delle nostre auto a metano?
«Tutto questo mentre si registra un esubero “fatale” di produzione di 400.000 tonnellate di Gpl di produzione nazionale, che nel 2000 servivano a coprire i consumi di 400mila utenti di Gpl in più rispetto a quelli attuali e che invece oggi vengono esportati».
Vale la pena ricordare che al di là del nome Gas di Petrolio Liquefatto, il Gpl ha una duplice origine: il 60% dei consumi nazionali di Gpl, in tutti i suoi usi, sono di derivazione naturale, quale gas liquido obbligatoriamente estratto dal gas naturale per permettere la distribuzione del metano in condotta.
«Non comprendiamo – conclude l’Assogasliquidi – tale differenziazione nemmeno da un punto di vista di politica industriale: anche Fiat commercializza vetture a Gpl e dietro ogni costruttore di automobili a Gpl, italiano, europeo o extra-europeo, c’è un supplier italiano di componentistica gas, leader mondiali del settore.
«Il paradosso, soprattutto ambientale, è che anche in Sardegna si venderanno auto a metano (o più correttamente a doppia alimentazione benzina-metano) senza che ci sia la minima speranza di trovare un impianto di distribuzione perché tutti vorranno approfittare dei 3.500 euro in più di cui gode il veicolo a doppia alimentazione rispetto ad uno identico a benzina. Il cliente però andrà ovviamente sempre a benzina. Speriamo che nel corso della conversione del decreto-legge si metta a posto questa ingiustificata stortura».
Fonte: http://www.vglobale.it