L’eco-mobilità nelle città italiane

20/12/2007 - e2net

    Presentata la ricerca Euromobility e Kyoto Club sulla mobilità sostenibile in 50 città. Bologna la città italiana che vince in eco-mobilità, seguono Parma, Modena, Milano e Venezia. Le più insostenibili? Al sud, con l’eccezione di Bari.

    E’ Bologna la città più “eco-mobile” d’Italia. La città in cui il trasporto pubblico funziona, si sono avviate importanti innovazioni nella gestione della mobilità, è presente una quota significativa di auto a basso impatto ambientale, c’è la pianificazione del traffico e lo smog viene tenuto sotto controllo.

    Nella “top five” al secondo posto Parma e Modena, seguite da Milano e Venezia; al sesto posto si trovano a pari merito Firenze e Torino. Fanalini di coda nella classifica della mobilità sostenibile, Giugliano in Campania, L’Aquila, Siracusa, Sassari e Taranto.
    Prima fra le città del sud, Bari, che si trova all’ undicesimo posto ed è addirittura sesta per capacità di innovazione. Questa graduatoria delle città italiane alla ricerca della mobilità sostenibile è contenuta nel primo rapporto “Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città”, elaborato da Euromobility e Kyoto Club in collaborazione con Assogasliquidi e Consorzio Ecogas, che è stato presentato oggi.

    Gli indicatori di cui si è tenuto conto per stilare la classifica sono stati in particolare le innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (car sharing, bike sharing, taxi collettivi, le piattaforme logistiche per le merci, i mobility manager, car pooling, ecc); lo stato di salute delle città in relazione alla presenza di auto di nuova generazione o alimentate a combustibili alternativi (Gpl, metano); l’offerta di trasporto pubblico, le piste ciclabili, le ZTL, le corsie preferenziali; l’adozione di strumenti di gestione e di pianificazione del traffico. Le 50 città monitorate sono i 20 capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti.
    “In questo primo rapporto – ha detto Lorenzo Bertuccio direttore scientifico di Euromobility – abbiamo voluto premiare la capacità di innovazione che hanno dimostrato le città nell’ affrontare il problema mobilità. E’ importante infatti che si spinga il pedale dell’ innovazione per avviare una nuova cultura della mobilità. Molte città hanno capito questo messaggio e hanno messo in campo numerose iniziative, tuttavia abbiamo spesso registrato una mancanza di coerenza e di integrazione nelle azioni intraprese e in alcuni casi, purtroppo, la totale assenza di queste ultime”.

    Tutti i record città per città
    Molti i record positivi e negativi nelle città italiane. Poco diffuse ancora le piste ciclabili, in testa le città dell’ Emilia Romagna dove ci sono poco meno di 16 abitanti ogni 100 chilometri di piste ciclabili. Solo 15 città hanno messo in campo il bike sharing e il maggior numero di bici è presente a Modena e Ravenna. Sono 12 le città in cui c’è il car sharing e Firenze, Torino, Bologna e Roma registrano il maggior utilizzo della flotta. I mobility manager sono poi presenti in 40 città. La ricerca ha anche passato in rassegna lo stato degli strumenti di gestione e pianificazione, Piani urbani della Mobilità (Pum) e Piani urbani del traffico (Put). Quasi tutte le città esaminate si sono dotate del Put, strumento obbligatorio, mentre sono meno quelle che hanno predisposto il Pum, strumento volontario.
    Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale da una prima valutazione emerge che, relativamente a quello di superficie, tutte le città su cui si è potuto indagare (44 in totale) sono dotate di una rete di autobus che svolgono il servizio urbano, mentre sono solo sette quelle con una rete tramviaria e nove quelle con una rete filoviaria.

    Queste due ultime infrastrutture sono localizzate per la maggior parte al Centro-Nord; al Sud solo Napoli e Cagliari possiedono la filovia, mentre solo nel capoluogo partenopeo è presente la tramvia. La migliore offerta di trasporto pubblico locale si registra a Torino, Cagliari e Prato; la peggiore a Livorno, Siracusa e Monza. Monza, invece, insieme a Milano, è in testa per percentuale di corsie preferenziali, mentre queste strutture necessarie per velocizzare i mezzi pubblici di trasporto sono completamente assenti ad Aosta, Latina, l’ Aquila, Campobasso, Potenza e Siracusa. I bus urbani si stanno convertendo sempre di più a metano, sono presenti infatti in 28 città su 44.
    Sul fronte delle zone a traffico limitato le più estese rispetto al territorio comunale sono presenti a Firenze, Bologna e Cagliari, mentre sono assenti a Latina, Reggio Emilia, Catanzaro, Prato e Ravenna.

    “Lo studio sulla mobilità – ha sottolineato Gianni Silvestrini, Direttore scientifico del Kyoto Club – giunge quanto mai opportuno considerando che siamo alla vigilia dell’inizio del conteggio delle emissioni del Protocollo di Kyoto (1 gennaio 2008). Oltre a essere responsabile dei gravi impatti ambientali su scala locale, il traffico urbano rappresenta il settore con la più elevata crescita di emissioni di CO2. Considerando il forte ritardo accumulato dall’Italia rispetto agli obiettivi di Kyoto e gli ambiziosissimi obiettivi del 2020, occorrerà fare un deciso salto di qualità nelle politiche sulla mobilità urbana.”

    Napoli svetta nella classifica negativa delle auto inquinanti (Euro 0) con il 35,54% in circolazione, seguita da Catania (31,50%) e da Giugliano in Campania (29,61%). Relativamente al più recente standard emissivo Euro IV, le città di Aosta, Roma, Prato e Trento mostrano le percentuali più alte (il dato di Aosta è però falsato perché molte società di autonoleggio immatricolano qui le autovetture della propria flotta); mentre quelle in cui le auto “Euro IV” sono meno diffuse risultano Giugliano e Napoli con una percentuale intorno al 10%. Il tasso di motorizzazione resta comunque in Italia il più alto d’ Europa (61,7 auto per 100 abitanti contro la media europea di 46) e la tendenza è all’ aumento. Le città con più auto sono Roma ben al di sopra di 70 auto ogni 100 abitanti e Latina, mentre a guidare la classifica delle città virtuose ci sono Genova e, naturalmente, Venezia.

    Per la mobilità a basso impatto ambientale si può osservare che per le cinquanta città considerate la presenza dei mezzi a gpl e metano si attesta sul 3,3% rispetto al totale. I valori più alti, superiori al 10%, si registrano solo in tre città dell’Emilia Romagna (Reggio Emilia, Ferrara e Ravenna). Fanalini di coda risultano invece le città di Monza, Aosta e Trieste che non raggiungono nemmeno il punto percentuale. Gli incentivi, in particolare quelli statali, hanno contribuito all’incremento dei veicoli a gas: a Roma è andato quasi il 42% dei finanziamenti, a Napoli, seconda nella classifica, il 10%.

    Il rapporto esamina anche la qualità dell’ aria delle città italiane e per quanto riguarda le pericolose polveri sottili, PM10. La città che sta peggio è Siracusa dove in ben 280 giorni in un anno si sono superati i limiti di legge di 50 microgrammi al metro cubo (la legge prevede solo 35 superamenti). Mentre la città più ammalata da biossido di azoto è Perugia.
    “La ricerca – ha concluso Carlo Iacovini, Presidente di Euromobility – rappresenta un primo passo per un monitoraggio costante delle politiche di mobilità che Euromobility e Kyoto Club intendono avviare sistematicamente per promuovere buone pratiche e soprattutto diffondere l’innovazione nelle pubbliche amministrazioni. Dai risultati si evidenzia un’Italia a due velocità, con città intraprendenti che investono nella mobilità sostenibile, ritenendolo un settore strategico per lo sviluppo del territorio (e non a caso questo avviene soprattutto nel nord). Dall’altra parte molte amministrazioni sono invece alle prese con problematiche economiche e sociali ancor più rilevanti e quindi obbligate a investire le ridotte risorse in altri settori (soprattutto al sud) “.

    20 dicembre 2007

    Documento: indagine50citta_euromobility.pdf (0.49 Mb)

     

    Fonte: http://qualenergia.it