Biometano: a Trento i partner europei del progetto BIOMASTER
14/12/2012 - Nicola Ventura
Sostituire benzina e gasolio con il biometano. A breve termine può sembrare una “missione impossibile”, ma nel lungo periodo questa può essere una strada concreta da percorrere. Il biometano è infatti un carburante poco inquinante e già diffuso in diversi Paesi europei. Nella città di Malmoe, in Svezia, gli autobus urbani sono alimentati col biometano prodotto negli impianti di depurazione delle acque reflue e nei centri di trattamento dei rifiuti organici. Soluzioni che potrebbero essere applicate anche in Trentino.
Il Trentino, infatti, assieme alla Regione della Scania (Svezia), alla Contea di Norfolk (Inghilterra) e alla Regione di Malopolska (Polonia) rappresenta la zona italiana di approfondimento sulle tematiche legate al biometano, partecipando al progetto europeo Biomaster. A tal proposito i partner trentini del progetto (Fondazione Edmund Mach, Dolomiti Energia, ACSM Primiero, Centro Ricerche Fiat – Sede di Trento e Trentino Trasporti) hanno organizzato un workshop al quale parteciperanno i 17 partners europei con riunioni tecniche in programma alla Fondazione Mach di San Michele. Il momento clou è previsto per venerdì 14 dicembre, dalle 8.30 alle 13, nella Sala Convegni del Consorzio dei Comuni a Trento: si parlerà appunto di biometano, tra esperienze concrete e prospettive future.
Ma torniamo al focus del progetto Biomaster, ovvero il biometano. Come si realizza? Partendo dalle biomasse si produce biogas che viene purificato in biometano, un combustibile alternativo, ottenuto da fonti rinnovabili, che può essere impiegato nei veicoli alla stregua del metano di origine fossile e che, inoltre, può essere immesso nella rete del gas naturale. Per questi motivi viene utilizzato per il trasporto pubblico (come in Svezia), oppure per la rete del gas naturale (in Inghilterra). Molti Stati europei hanno già legiferato in quest’ottica definendo sia la qualità del biometano sia le modalità di copertura dei costi per l’allacciamento alla rete e per la distribuzione attraverso le stazioni di rifornimento. In Italia il biometano è attualmente argomento di discussione presso i Ministeri competenti, ma il nostro è un Paese certamente interessato, da un lato per l’estensione della rete del gas naturale (oltre 31.000 km, la più ampia in Europa), dall’altro per il numero di mezzi a metano in circolazione (circa 700.000, il numero più alto nel Vecchio Continente).
E il Trentino come si configura in questo scenario? Da un’indagine svolta nei mesi scorsi dai partners trentini è emerso un elevato interesse verso questo tipo di carburante, ritenuto a ragione meno inquinante del metano fossile. Tuttavia, la scarsa presenza di stazioni di rifornimento provviste di pompa a metano (in provincia sono solo 4) rappresenta un forte limite alla diffusione di veicoli a gas naturale. Per modificare questa situazione la Provincia autonoma di Trento ha recentemente approvato un regolamento che prevede di arrivare a 17 stazioni di rifornimento sul territorio, agevolando le modalità per la realizzazione degli impianti e rendendo obbligatorio per le nuove stazioni di rifornimento anche la presenza della pompa a metano oltre che a idrometano.