L’Italia apre al bioetanolo: Al via la produzione
06/02/2008 - e2net
La crisi energetica, con i suoi risvolti negativi sui prezzi dei carburanti, e la lotta all’inquinamento sempre più serrata, spingono le aziende alla ricerca di soluzioni alternative e maggiormente ecocompatibili. E proprio per incentivare una mobilità più sostenibile, il Gruppo M&G Mossi e Ghisolfi ha appena annunciato l’avvio della costruzione, nella provincia di Alessandria, del primo impianto nazionale di produzione su scala mondiale di bioetanolo. Questo carburante ecologico, simile alla benzina, è prodotto da vegetali come la canna da zucchero o il mais, e ha un “saldo energetico” positivo del 30%. Infatti il biocarburante prodotto fornisce il 30% in più di energia di quella che si consuma per produrlo e ha un impatto di circa il 30% in meno di emissioni di gas serra rispetto alla equivalente quantità di benzina “tradizionale”.
L’annuncio di questa importante iniziativa è stato dato in occasione del convegno internazionale “Etanolo di seconda generazione. Una sfida possibile”, organizzato in collaborazione con la Global Bionergy Partnership che si è svolto a Tortona.
“È con soddisfazione che confermiamo oggi la nostra volontà a realizzare entro il 2009, ha dichiarato Guido Ghisolfi, vice presidente del Gruppo M&G, il primo impianto italiano world scale di produzione di bioetanolo che produrrà 200.000 tonnellate l’anno di bioetanolo, vale a dire il 20% del fabbisogno nazionale imposto dalla Commissione Europea”.
Da parte sua Corrado Clini, presidente della Global Bioenergy Partnership, ha sottolineato come: “I biocombustibili possono svolgere un ruolo di grande rilievo per far fronte alla crescente domanda globale di energia e, nello stesso tempo, per la riduzione delle emissioni dei gas serra che mettono a rischio gli equilibri del sistema climatico. In particolare l’etanolo di seconda generazione offre enormi vantaggi perché conserva la competitività in termini di costo rispetto ai carburanti fossili e garantisce maggiore sicurezza alimentare ed ambientale rispetto ai biocarburanti di prima generazione”.
Il progetto interesserà anche un importante programma di ricerca quinquennale, denominato Proesa, che prevede un investimento, attraverso la controllata del Gruppo M&G, Chemtex, di 120 milioni di euro, il tutto finalizzato allo sviluppo di una tecnologia di bioetanolo di seconda generazione, un carburante prodotto da biomassa lignocellulosica che permetterà una riduzione di emissioni di gas serra fino all’85% rispetto alla benzina. Difficile immaginare che questa importante iniziativa ci permetterà di liberarci dalla schiavitù dei tradizionali carburanti fossili ma è comunque un segnale positivo sulla strada da seguire.
Fonte: www.repubblica.it