Bioetanolo: il 2009 sarà l’anno della svolta
02/02/2009 - Nicola Ventura
Il settore dei biocombustibili, nello spettro delle rinnovabili, è suscettibile di miglioramenti e perfezionamenti, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza energetica, che gli conferiranno un ruolo importante nella ‘lotta al petrolio’.
Per far si che i biocombustibili diventino una valida alternativa al greggio è fondamentale incrementare la ricerca: da aprile ripartirà la corsa dell’etanolo.
Sono le previsioni fatte dall’Osservatorio sulle bioenergie, costituito nei mesi scorsi da Veronafiere, che rassicura come dopo una fase di recessione prevedibile tra febbraio e marzo i listini riprenderanno a salire.
Non sembra, secondo gli esperti del settore, aver avuto una ricaduta negativa sul settore del bioetanolo la forte frenata del greggio, anzi si sono rafforzate le politiche tese a rafforzare il settore delle rinnovabili. Partendo dall’effetto Obama con il suo ‘green deal’ alle singole politiche a favore di una maggiore sostenibilità ambientale, fino al recente piano per ridurre le emissioni inquinanti nell’Unione Europa: sono queste i fattori che starebbero agendo da propulsori su un mercato dell’etanolo.
L’analisi dell’Osservatorio riporta che a partire dal mese di aprile ci sarà una costante ripresa del bioetanolo che dovrebbe far attestare il suo prezzo dai 1,6370 dollari al gallone fino a 1,72 dollari. Le proiezioni future prevedono prezzi in salita anche nel biennio 2010-2011 dove, presumibilmente si arriverà ai 1,75 dollari al gallone nel dicembre del 2011.
La causa dell’aumento dei prezzi è da ricercare incremento, registrato a livello mondiale, delle produzioni di biofuel: con gli USA e il Brasile a fare da padroni.
In particolar modo il Brasile sin conferma ancora competitivo nel mercato dei biofuel: nell’anno che si appena concluso il Brasile ha battuto il record di esportazioni di etanolo con un totale di 5,16 miliardi di litri venduti sulla piazza internazionale.
Il momento positivo di questo carburante si è riflesso anche sul mercato interno, dove per la prima volta nella storia del Paese sudamericano, le vendite di etanolo come carburante per veicoli hanno superato quelle di benzina.
Nel solo 2008 il prodotto idrato, cioè il combustibile che può essere immesso direttamente n ei serbatoio delle autovetture senza miscelazione con la benzina, ha raggiunto quota 16 miliardi di litri venduti.
Con i suoi 51 impianti di lavorazione il Brasile è il secondo produttore mondiale di biocarburanti dopo gli Stati Uniti, con la differenza che l’etanolo brasiliano proviene dalla canna da zucchero, mentre quello americano dal mais. Questi due tipologie di biocarburanti fanno parte della prima generazione, ovvero dell’insieme di biocombustibili che utilizza come materie prime i generi alimentari fondamentali nella dieta di molte popolazioni mondiali. Si crea in tal modo un forte scontro etico tra chi sostiene che è ingiusto togliere cibo per fare carburanti e chi lo vede come un passo dovuto e necessario.
Fonte: http://www.ambientenergia.info