Biocarburanti: Accordo di massima dei 27 su criteri sostenibilità
16/09/2008 - Nicola Ventura
Bruxelles – Gli ambasciatori dei Ventisette hanno raggiunto un accordo di massima sui criteri di sostenibilità ambientale dei biocarburanti da impiegare sul mercato Ue. L’accordo, conseguito durante la riunione del Coreper (l’organismo tecnico che prepara le riunioni ministeriali del Consiglio Ue) riguarda le grandi linee, e in particolare il nodo delle ‘soglie di efficienza’, ma ci sono ancora dei dettagli tecnici che dovranno essere discussi la settimana prossima. Inoltre, i criteri di sostenibilità dovranno essere approvati in accordo con il Parlamento europeo.
I Ventisette hanno confermato il controverso obiettivo, fissato per il 2020, di coprire con energie rinnovabili il 10% del fabbisogno nel settore dei trasporti, in particolare sostituendo i combustibili fossili con i biocarburanti. Ma l’accordo prevede che sia stabilita a partire dal 2017 una soglia minima di efficienza del 50%, ben più ambiziosa di quella del 35% prospettata dalla Commissione europea. In altre parole, i biocarburanti dovranno comportare dal 2010 un risparmio di almeno il 35% delle emissioni di gas serra rispetto ai combustibili equivalenti di origine fossile, e di almeno il 50% a partire dal 2050. La nuova soglia di efficienza dovrà comunque essere confermata da una valutazione intermediaria nel 2014.
La soglia del 50% favorirà i biocarburanti come l’etanolo ricavato dalla canna da zucchero e il biodiesel da semi di girasole. Saranno penalizzati invece gli agrocombustibili prodotti da barbabietola da zucchero, frumento, mais e anche (ma in questo caso dipende molto dal processo di trasformazione usato) colza e olio di palma. Ben più alto del 50%, poi, dovrebbe essere l’indice di efficienza dei biocarburanti detti “di seconda generazione”, ricavati, cioè dai residui non alimentari delle colture (e quindi non in concorrenza con la produzione di cibo); le tecnologie per produrli, tuttavia, devono ancora essere perfezionate.
La Commissione europea, secondo l’accordo di massima del Coreper, dovrà presentare ogni due anni una valutazione d’impatto per verificare che il ricorso ai biocarburanti non abbia effetti negativi sui prezzi delle derrate alimentari, o, in caso contrario, per proporre delle contromisure.
Gli ambasciatori dei Ventisette si sono anche messi d’accordo sul principio di accordare un ‘bonus’, sottoforma di una diminuzione della soglie di efficienza, per i biocarburanti coltivati nei suoli degradati e non utilizzati per le colture alimentari.
I criteri ambientali vincolanti adottati dai Ventisette verranno applicati sia ai biocarburanti prodotti nell’Ue che a quelli importati, e prevedono, fra l’altro, che la loro coltivazione non dovrà avere effetti sulla biodiversità e non dovrà essere localizzata in aree disboscate recentemente.
Vi saranno poi altri criteri di sostenibilità ambientale più rigorosi o e criteri sociali (non impiegare il lavoro forzato o minorile) che non saranno obbligatori ma volontari: i produttori saranno incitati ad applicarli negli accordi fra l’Ue e i paesi esportatori, oppure verranno inseriti fra le condizioni di partecipazione a nuovi sistemi di certificazione riconosciuti dall’Ue.
I biocarburanti non certificati potranno essere importati nell’Ue ma non saranno contabilizzati ai fini dell’obiettivo per il 2020 nel settore dei trasporti.
Fonte: http://notizie.alice.it