Trento: Auto a metano, consumi in aumento del 25%
04/09/2008 - Nicola Ventura
TRENTO. L’effetto carobenzina fa crescere l’interesse per il metano, che però ancora non sfonda. Il distributore Agip sulla variante che porta a Trento nord, l’unico esistente in città, ha registrato un aumento del 25% rispetto all’anno scorso. Gente che fa il pieno con 8-10 euro per percorrere dai 250 ai 300 chilometri. Niente male in tempi di salassi dal benzinaio. Presto inoltre, a Trento sud, arriverà la seconda colonnina di metano. Ma se il metano «dà una mano» ai consumatori, ha bisogno di una mano dagli investitori.
Il nuovo distributore sorgerà sulla tangenziale, vicino al bar Marinaio. «I lavori di sgombero dell’area sono già iniziati, ma l’apertura è prevista per l’anno prossimo», conferma Massimo Delaiti, agente Eni per il Trentino. «Sarà una delle stazioni più grosse della città – prosegue – con annessi lavaggio, ristorazione veloce e negozio. Saranno erogati tutti i carburanti liquidi e gassosi, tranne il Gpl».
Finora i distributori di metano in provincia – su un totale di 260 circa – erano soltanto tre: oltre a quello di Trento nord, uno a Rovereto sud («quello originario della Snam», precisa Delaiti), e un altro a Grigno, con colori Shell. Altri due autorizzazioni sono state richieste a San Michele e Cles, che potrebbero portare il numero complessivo a 6 pompe in tutta la provincia.
Il nuovo distributore di Trento sud sarà spostato un po’ più a nord rispetto al precedente, da tempo dismesso. «Eni ha già la commessa e la licenza», dice l’agente. Che, però, è molto cauto nelle previsioni di sviluppo delle vendite. «Un aumento di utenti in Trentino c’è stato, ma non mi sentirei ancora di parlare di fame di prodotto». I motivi sono due, strettamente interconnessi: «Da una parte gli utenti non trovano una rete sul territorio, dall’altra i gestori e le compagnie devono sostenere spese di investimento e di esercizio paurose e per pochi automobilisti non sono stimolati ad aprire nuovi distributori». E’ il cane che si morde la coda: la domanda di auto a metano non sale perché mancano pompe e le pompe non arrivano perché la domanda non c’è. La riprova – spiega Delaiti – è quello che sta accadendo in Alto Adige, dove hanno chiuso sia il distributore di Brunico che quello della Val Venosta. Restano aperti i due di Bolzano e uno Sulla Me-Bo a Lagundo. I costi a carico dei gestori hanno cause tecniche: «La prima voce di spesa, ancor più del personale, è l’energia elettrica: per comprimere il gas ne serve una grande quantità». A rallentare la diffusione del metano anche ragioni orografiche: «Ha una resa più bassa di partenza, rispetto agli altri combustibili liquidi, e salendo di quota registra una perdita ulteriore, per motivi di pressione. La sua vocazione, insomma, non è legata alla montagna. E infatti mi aspetto che si diffonda di più in pianura. La zona dove storicamente la rete si è più sviluppata sono Marche, Emilia e Veneto».
Mario Rubin, del distributore di Trento nord, conferma questo panorama di luci ed ombre: «C’è stato un aumento del 25%, ma il costo del metano è salito molto e la gente preferisce orientarsi sul Gpl per una questione di distribuzione. Solo nell’area di Trento le pompe sono una decina». Proprio per questo Rubin non teme la concorrenza del nuovo distributore. Anzi: «Più ce n’è meglio è: all’inizio perderò qualcosa – dice – ma poi dovrei recuperare». Venerdì 22 agosto hanno fatto rifornimento da lui 660 auto, 300 delle quali a metano. «Ma il pieno di una Panda sono 8 euro. E c’è chi viene a farne anche solo 3 o 4».
Fonte: http://trentinocorrierealpi.repubblica.it