L’auto sostenibile è pronta da tempo, ma ora è la politica che deve decidere
24/06/2008 - e2net
L’automobile che permette uno sviluppo e una circolazione sostenibile e in armonia con l’ambiente esiste già, da tempo. Il problema ora è decidere di produrla su larga scala. E’ quanto è emerso con chiarezza durante la due giorni “The automobile industry and sustainable development: concepts and doctrines, public policies and company strategies”, svoltasi a Moncalieri, in provincia di Torino, dal 18 al 20 giugno e a cui hanno partecipato oltre 150 tra studiosi e manager dell’industria dell’auto da tutto il mondo. L’incontro è stato promosso dall’Istituto di ricerca sull’impresa e lo sviluppo (Ceris) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
“Alla base di questo convegno è stata posta l’ipotesi che lo sviluppo sostenibile nell’industria automobilistica non può essere considerato un campo per specialisti”, sostiene Secondo Rolfo, direttore del Ceris-Cnr. “La potenziale scarsità di risorse energetiche e i crescenti timori circa il cambiamento climatico sono diventati potenti forze di cambiamento anche in questo settore. Per i manager, ad esempio, le risposte alle domande sullo sviluppo sostenibile sono trasversali alle funzioni aziendali. Allo stesso modo, per i responsabili politici, l’approccio più adeguato deve affrontare l’attività industriale automobilistica in un senso più ampio. Infine, i ricercatori devono affrontare tutte le questioni sollevate dalla sfida dello sviluppo sostenibile all’interno delle scelte strategiche e di metodo fatte dalla politica”.
Esperti e imprenditori presenti si sono trovati d’accordo su un punto fondamentale. E’ tempo di cambiare. L’evoluzione degli attuali motori a benzina e diesel verso le normative Euro 5 ed Euro 6 non può risolvere i problemi di sostenibilità ambientale che affligono il sistema dei trasporti. “Ora dobbiamo produrre motori completamente nuovi, non più basati sul petrolio, capaci di essere sensibilmente più puliti di quelli che oggi circolano per le nostre strade. Le tecnologie sono disponibili da tempo. Ci sono progetti di auto con alimentazione alternativa realizzati dall’Italdesign di Giorgetto Giugiaro già all’inizio degli anni ’90. E la stessa Fiat ha a disposizione tecnologie molto evolute. Ora, però la decisione del cambiamento spetta alla politica, solo se i governi lo vorranno si potrà finalmente modificare totalmente il tipo di energia con cui ci spostiamo, destinando gli investimenti necessari. E lo stesso va fatto per il trasporto pubblico”, spiega ad Affari Rolfo.
Durante la due giorni si è avuta un panoramica di tutte le tecnologie alternative al motore a scoppio oggi disponibili. Solo uno sguardo veloce permette di capire che le strade percorribili sono molteplici. Si va dal motore a idrogeno, realizzato con materiali hi-tech nanostrutturati, alle macchine elettriche o a quelle dotate di carburanti ad hoc e sistemi di compressione evoluta, fino ai motori che replicano le tecnologie delle turbine aerospaziali a basso consumo.
Ma nel breve periodo la soluzione più realizzabile su larga scala appare quella del motore a gas (metano o Gpl), che con il tempo potrà convertirsi in un sistema ibrido capace di funzionare con una miscela di metano e idrogeno. Altri problemi riguardano l’idrogeno: fino a quando sarà ricavato in prevalenza usando combustibile fossile, non sarà risolto, ma solo rimosso il problema del’inquinamento.
All’incontro organizzato dal Ceris sono intervenuti, tra gli altri, il Cav. Giorgetto Giugiaro, Presidente di Italdesign, l’ing. Nevio Di Giusto, Amministratore delegato del Centro ricerche Fiat, gli assessori Andrea Bairati della Regione Piemonte, Giuseppina De Santis della Provincia di Torino e Tom Dealessandri del Comune di Torino.
Fonte: http://canali.libero.it/affaritaliani/